Caralluma acutangula

Genere:

Caralluma

Famiglia:

Apocynaceae

Habitat:

La Caralluma acutangola è diffusa in Africa in Etiopia, Kenya, Somalia, ma sono presenti diverse popolazioni anche in Senegal, Mauretania, Nigeria, alcune parti del Sahara algerino, fino a 1800 metri sul livello del mare.

Sinonimi:

Questo nome, “Caralluma acutangola”, è in realtà sinonimo del nome “Caralluma retrospiciens. Ci sono anche altri sinonimi:

Boucerosia acutangula
Boucerosia russeliana
Boucerosia tombuctuensis
Caralluma hirtiflora
Caralluma retrospiciens var. acutangula
Caralluma retrospiciens var. glabra
Caralluma retrospiciens var. hirtiflora
Caralluma retrospiciens var. laxiflora
Caralluma retrospiciens subsp. tombuctuensis
Caralluma retrospiciens var. tombuctuensis
Caralluma russelliana
Caralluma tombuctuensis
Desmidorchis acutangula
Desmidorchis retrospiciens
Stapelia desmidorchis

Descrizione:

La Caralluma acutangula è una pianta perenne che forma cespugli succulenti composti da molti steli verdi trilobati. Non ha foglie, quindi la fotosintesi è fatta dagli steli. Gli steli hanno una superficie irregolare. Sono triangolari con bordi ondulati. L’infiorescenza è un ombrello di fiori viola rossastri scuri, quasi neri.

Coltivazione:

La Caralluma acutangola necessita di stare in un punto luminoso ma va protetta dai raggi solari diretti nelle ore centrali, più calde. Attenzione alle annaffiature: durante l’inverno è sufficiente una volta al mese. In estate basta controllare il terreno: attendere 1-2 giorni dopo che si è completamente asciugato prima di ogni annaffiatura. Il terreno ideale sarebbe un mix per cactus e succulente, ben drenante e ricco di sostanze nutritive. Il rinvaso è necessario all’inizio della primavera. I vasi di terracotta sono migliori perché aiutano il processo di drenaggio del terreno.

Propagazione:

La propagazione è facile sia per talea che per seme. Se si prova la propagazione per talea, è bene fare attenzione: la ferita deve essersi asciugata prima di metterla nel terreno.

Curiosità:

Il suo nome deriva dall’arabo e significa letteralmente “ferita della carne”, probabilmente in riferimento all’odore sgradevole che emanano i fiori di questo genere, proprio come la Stapelia, che è molto simile.

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