Ceropegia sandersonii

Genere:

Ceropegia

Famiglia:

Apocynaceae

Habitat:

La Ceropegia sandersonii è originaria dell’Africa sud-orientale e meridionale. I principali paesi di distribuzione sono il Sudafrica e il Mozambico. Il suo habitat è costituito da aree prive di gelo, con climi caldi, ad altitudini comprese tra 340 e 1000 sul livello del mare.

Sinonimi:

Ceropegia monteiroae
Ceropegia sandersoniae
Ceropegia sandersonii

Descrizione:

Ceropegia sandersonii, è una pianta rampicante e perenne. Esistono molti sinonimi del nome principale, che derivano e rappresentano molteplici forme, diverse per colore delle foglie e forma dei fiori. È chiamata anche “pianta paracadute”, “fiore di fontana” e “pianta ombrello”. Se la si fa arrampicare, può raggiungere i 4 metri di lunghezza! È costituita da fusti carnosi, lisci o leggermente pelosi, spessi 5 millimetri e lunghi fino a 2 metri. Le foglie sono cuoriformi e carnose, lunghe da 3 a 5 centimetri e larghe 3 centimetri. Sono disposte a coppie opposte lungo il fusto. I fiori sono vistosi, come in tutte le Ceropegie. I loro petali sono fusi insieme in un tubo allungato, curvato verso l’alto e che si apre in una struttura simile a una gabbia che assomiglia a un paracadute, da qui il motivo del nome comune di questa pianta. Il verde chiaro della base del tubo presenta anche strisce verticali più scure che lo rendono ancora più affascinante. Il fiore è verde chiaro/giallastro e presenta 5 fori che lasciano intravedere l’impronta a leopardo, fatta di diverse tonalità di verde, che caratterizza il “tetto” del “paracadute”. Questi 5 fori sono anche indicati come “finestre”: da qui il nome “fiore finestrato”.
Anche il “tetto” del paracadute è leopardato, con macchie verde scuro-nerastre su uno sfondo verde chiaro, debolmente sfumato di rosso porpora. Gli impollinatori sono mosche e il “paracadute” è una trappola che assicura che l’insetto non se ne vada se non è carico di polline. Esso rimane impigliato nei piccoli peli che crescono sul bordo delle “finestre” e viene infatti rilasciato solo quando il fiore inizia ad appassire e i peli si indeboliscono.
La stagione della fioritura avviene in estate e in autunno. I frutti sono generalmente follicoli che crescono a coppie, lunghi fino a 140 millimetri e larghi circa 8, con una superficie rugosa e di colore verde o violaceo. Assomigliano a fagiolini.

Coltivazione:

La Ceropegia sandersonii non è difficile da coltivare. Di seguito i nostri consigli:
È importante scegliere un luogo luminoso, ma non esposto alla luce diretta del sole.
La ventilazione è importante per ottenere un esemplare sano.
La Ceropegia sandersonii ama le temperature calde: resiste fino a 45ºC. In inverno, non lasciatela mai a temperature inferiori a 10-15ºC.
Si consiglia di annaffiare regolarmente la vostra Ceropegia sandersonii, facendo in modo che il substrato non si asciughi mai completamente, ma allo stesso tempo che non rimanga sempre umido. Ricordate inoltre di nebulizzare di tanto in tanto il fogliame. A partire da agosto, è opportuno diminuire gradualmente la frequenza delle annaffiature, fino a sospenderle completamente in inverno. In particolare, è importante annaffiare una volta a settimana da agosto a gennaio, smettere completamente in gennaio e febbraio e riprendete a irrigare regolarmente da marzo in poi.
Scegliere un substrato ben drenante, meglio se sabbioso, con un po’ di graniglia. L’aggiunta di terriccio extra di foglie è la soluzione ideale.
Durante la stagione di crescita, concimare una volta con un prodotto specifico per succulente.

Propagazione:

La Ceropegia sandersonii può essere facilmente coltivata a partire dai semi. Si consiglia di seminarli in un terriccio ben drenato e mantenerlo umido fino alla germinazione: questa avviene in 14-28 giorni, a 18-21ºC. È importante assicurarsi di trattare le piantine per evitare l’inumidimento e le infezioni fungine. Sono possibili anche le talee: è opportuno staccare le escrescenze dalla pianta all’inizio della primavera e ripiantarle in un substrato poroso, facendo attenzione a mantenere il vaso in un luogo caldo e umido, come se fosse una talea.

Curiosità:

Il nome del genere Ceropegia deriva da due parole greche: “keros”, che significa ‘cera’, e “pege”, che significa ‘fontana’, in riferimento ai fiori di forma strana con lunghi tubi che si allargano alla sommità. Il nome della specie “sandersonii”, invece, fu scelto da Decaisne nella sua descrizione originale per onorare un giornalista di nome John Sanderson che si trasferì nel KwaZulu-Natal nel 1851. Sanderson amava raccogliere piante selvatiche come hobby: era solito inviare gli esemplari a JD Hooker a Kew (Inghilterra) e a Harvey a Dublino (Irlanda), dando un buon contributo alle ricerche di botanica. Si conoscono pochissime informazioni sull’uso originario di questa specie da parte delle popolazioni indigene. Secondo alcuni autori, gli steli e le foglie venivano mangiati dai nativi e avevano un buon sapore. Questo dato è tuttavia ancora incerto. Molti altri membri di questo genere, comunque, producono tuberi e radici carnose che sono ufficialmente commestibili e utilizzati come cibo di sopravvivenza.

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