Genere:

Cintia

Famiglia:

Cactaceae

Habitat:

La Cintia knizei è originaria delle Ande boliviane, dove vive nella fascia altitudinale compresa tra i 2800 ei 4000 metri sul livello del mare, in un ampio intervallo di temperature, abituata a terreni poveri e rocciosi.

Sinonimi:

Copiapoa knizei

Descrizione:

La Cintia knizei è una pianta molto piccola, con il suo diametro ridotto di 3-5 centimetri, adattata a vivere in alta montagna. E’ una pianta solitaria, con poco fusto verde oliva, in molti punti sfumato arancio. Ha un aspetto globoso, con tubercoli che lo rendono piuttosto bitorzoluto, e areole lanose depresse. “Areole” è un termine botanico usato per descrivere i tipici germogli delle Cactacee, che sono in grado di formare solo spine. Le areole sono esattamente ciò che distingue una Cactacea da qualsiasi altra pianta grassa.
Le radici di Cintia knizei sono tuberose, profonde e servono come nutrienti e come deposito di acqua. I suoi fiori sono di colore giallo brillante, più larghi della pianta, si sviluppano sull’apice dello stelo e sbocciano di giorno (sono diurni), in primavera.

Coltivazione:

Cintia knizei è abituata alle condizioni estreme tipiche dell’ambiente di alta montagna. Necessita di condizioni fredde e secche in inverno (0-10ºC) a meno che non produca germogli nella primavera successiva. È sensibile alla putrefazione delle radici e questo rende difficile la sua coltivazione. Mettila in un punto luminoso ma ricorda che può tollerare anche condizioni di ombra. Il substrato di coltivazione deve essere molto ben drenato.

Propagazione:

La propagazione può essere effettuata da semi, talee o innesti. Il periodo della semina è solitamente primaverile o estivo.

Curiosità:

Il suo nome deriva da Cinti, cittadina boliviana di cui sono originarie queste piante. La Cintia knizei, l’unica specie di questo genere, fu scoperta da Karel Kníže nel 1966 a un’altitudine di 4000 metri sul livello del mare vicino alla città chiamata Otavi, nella regione di Potosí, in Bolivia. Fu però descritto solo nel 1969 da Jan Ríha.