Commiphora bruceae

Genere:

Commiphora

Famiglia:

Burseraceae

Habitat:

C. bruceae è originaria della Somalia, dove cresce tra i 40 e i  1300 metri sul livello del mare.

Sinonimi:

Commiphora kua

Descrizione:

La Commiphora bruceae è un arbusto presente in natura principalmente in Somalia. I botanici non sono d’accordo su come classificare la Commiphora bruceae: alcune classificazioni tassonomiche considerano il nome sinonimo di Commiphora kua, la pianta da cui si ottiene la mirra, mentre altre distinguono le due specie per piccole differenze morfologiche. Tuttavia, entrambe producono resine gommose.
La Commiphora bruceae è un alberello spinoso che raggiunge al massimo i 3-5 metri di altezza; il tronco è grigiastro, la corteccia giallastra si stacca a strisce orizzontali come se fosse una buccia.
Da questo tronco si forma un essudato lattiginoso e biancastro, che inizialmente è privo di odore ma poi sviluppa un odore di pesce abbastanza.
I ramoscelli sono molto sottili e piccoli: da questi spuntano le foglie verdi, raggruppate e unite dallo stesso picciolo. Dalle infiorescenze verdi sbocciano piccoli fiori dai petali gialli o rossastri, che poi si trasformano in frutti (lunghi meno di un centimetro!).

Coltivazione:

La tecnica di coltivazione della Commiphora bruceae è simile a quella delle altre Commiphora.
L’esposizione alla luce solare deve essere diretta e non va mai lasciata a temperature inferiori a 6-8ºC.
Il terreno deve essere ben drenante ma moderatamente fertile, come ad esempio un misto di sabbia grossolana e torba.
Le Commiphore dovrebbero ricevere acqua circa ogni 3-4 giorni in primavera e in estate (stagione di crescita). Con l’arrivo dell’inverno è necessario ridurre l’approvvigionamento idrico fino a sospenderlo completamente. Quando la pianta vuole far capire che ha bisogno di acqua, il caudice diventa più piccolo e rugoso.

Propagazione:

Oltre che per semina, in genere Commiphora si può propagare anche per talea di ramo: è necessario però l’ausilio di un prodotto specifico da spruzzare sulla ferita che favorirà la radicazione.

Curiosità:

Il nome “Commiphora” deriva dal greco “kommi”, gomma e “phorus”, buco. Molte specie di Commiphora infatti formano resine gommose come il balsamo della Mecca e la mirra (estratte da C. myrrha), che trovano largo impiego in cosmesi e nella produzione di incenso.

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