Graptopetalum
Genere | Graptopetalum |
Famiglia | Crassulaceae |
Habitat | Messico e Arizona |
Coltivazione | Le graptopetalum sopportano temperature in genere superiori ai 5 / 8 °C, con l’eccezione di una varietà, la G. paraguayense, che resiste fino a -5°C e per questo è coltivata anche all’aperto nel nord Italia. Le innaffiature vanno sospese del tutto in inverno. |
Curiosità | Le piante del genere Graptopetalum in inglese sono chiamate anche “Leatherpetal”, cioè petali di cuoio: hanno infatti fiori dai petali particolarmente spessi e robusti, anche se di piccole dimensioni e raggruppati in infiorescenze. |
Le Graptopetalum: caratteristiche salienti
Le piante del genere graptopetalum sono crassulacee originarie dell’America Centrale, caratterizzate da rosette di foglie spesse, carnose e acquose.
Anche i fusti sono piuttosto spessi e succulenti, ma la parte più evidente della pianta sono sicuramente le rosette. Le foglie possono prendere colori più o meno scuri che vanno nelle tonalità del verde o del grigio-argento, sono piuttosto larghe e terminano con una punta.
I fiori sono solitamente bianchi, con piccole macchie rossastre, composti da cinque petali uniti solo alla base; in alcune specie sono invece di un color rosa acceso (g. bellum). Crescono su uno stelo che parte dal centro della rosetta di foglie, di solito in piccole ombrelle che possono sostenere 3, 4 o più fiori. Esteticamente assomigliano alle Echeveria ma se ne distinguono per le dimensioni più piccole (secondo la specie possono crescere dai 5 ai 40 cm massimo) e per la conformazione del fiore.
Varietà e Tipologie
Le specie di Graptopetalum sono circa 19, anche se quelle diffuse in Italia sono poche. La più comune in Italia è sicuramente la G. paraguayense, che resiste facilmente anche alle basse temperature e che si distingue per il colore argento chiaro delle foglie.
Qui di seguito sono elencate le specie principali o più diffuse in commercio; vi ricordiamo che potrete trovarne varie nel nostro shop online, nella sezione dedicata alle Graptopetalum.
Graptopetalum amethystinum
G. bartramii
G. bellum
G. filiferum
G. fruticosum
G. glassii
G. grande
G. macdougallii
G. marginatum
G. mendozae
G. occidentale
G. pachyphyllum
G. paraguayense
G. pentandrum
G. pusillum
G. rusbyi
G. saxifragoides
G. superbum
Consigli per la coltivazione
Le graziose rosette del Graptopetalum sono facili da coltivare anche nei nostri climi: in generale, hanno infatti una buona tolleranza al freddo e si adattano bene anche nel Nord Italia, soprattutto la già citata G. paraguayense.
Ecco i nostri consigli per la coltivazione.
- L’esposizione deve essere molto luminosa. Molte varietà chiedono il pieno sole, alcune invece sono a rischio di antiestetiche scottature (es. G. bellum) e per loro è preferibile un maggiore riparo dai raggi diretti del sole.
- La temperatura minima che la Graptopetalum può sostenere varia, in genere, sui 5 / 8°C; fa eccezione la G. paraguayense che resiste fino a -5°C se lasciata in terreno totalmente secco.
- Come per tutte le succulente, le innaffiature vanno completamente sospese nella stagione invernale. In primavera ed estate invece è bene annaffiare abbondantemente per sostenere la crescita della pianta, con l’unica accortezza di controllare che fra un’innaffiatura e l’altra il terreno si sia completamente seccato.
- Il terreno deve essere leggero e ben drenante, ma mediamente più ricco di nutrienti rispetto ad altre succulente: si consiglia di mischiare un terreno standard per cactacee con della torba.
- Concimare durante il periodo vegetativo una volta ogni 15-20 gg utilizzando un concime specifico per succulente.
- La pianta ha una crescita piuttosto rapida e per questo potrebbe avere bisogno di rinvasi frequenti. Considerate che si estende più in larghezza che non in altezza, perciò avrà bisogno di vasi ampi e poco profondi.
Le Graptopetalum si riproducono facilmente per divisione dei cespi (le rosette di foglie) o per talee. Fra le possibili talee, quelle di stelo attecchiscono più difficilmente mentre le talee di foglia sono generalmente facili da portare a termine. L’operazione di divisione dei cespi o di interramento della talea vanno fatte preferibilmente in primavera.