Pachyphytum oviferum

Genere:

Pachyphytum

Famiglia:

Crassulaceae

Habitat:

Pachyphytum oviferum è una pianta originaria del Messico settentrionale dove cresce su scogliere e anfratti rocciosi, a un’altitudine di circa 1200 metri sopra il livello del mare.

Sinonimi:

Non sono registrati sinonimi per questa specie.

Descrizione:

Pachyphytum oviferum è senza dubbio la pianta più famosa del genere Pachyphytum. È una succulenta a crescita lenta che forma un cespo di rosette, come un arbusto, con foglie particolari, a forma di grosse caramelle ovali, appiattite ma piuttosto spesse (4-5 mm). Le forme coltivate possono avere un unico fusto, largo fino a 1,5 cm nelle piante mature, che diventa visibile con l’invecchiamento della pianta dato che questa tende a perdere le foglie più vecchie. Esistono diverse forme di P. oviferum: tra queste la più diffusa è quella con le foglie ovoidali. Di solito le foglie non sono molto grandi (5 cm di lunghezza e 3 cm di larghezza), ma sono spesse e carnose. La pianta tende a rimanere compatta quando è giovane e diventa prostrata quando invecchia. Se posizionate sotto la luce diretta del sole, le sue foglie tendono ad assumere sfumature rosate tendenti al viola. Inoltre le foglie sono solitamente ricoperte da una pruina biancastra che protegge la pianta dalla luce diretta del sole e riduce la perdita d’acqua per evapotraspirazione. L’infiorescenza in botanica è chiamata “cima scorpioide”. Si tratta di una specie di infiorescenza in cui un fusto allungato termina con piccoli fiori leggermente peduncolati disposti in modo da ricordare la coda di uno scorpione. Il gambo, nel caso di P. oviferum, è carnoso e di colore rosso scarlatto, così come i cinque petali dei fiori dalla forma campanulata e un po’ allungata (di 1 cm circa di larghezza). La stagione della fioritura va dalla fine dell’inverno a metà primavera. Solitamente ogni infiorescenza porta 7-15 fiori.

Coltivazione:

P. oviferum è una pianta molto resistente che vi ricompenserà con foglie e fiori estremamente decorativi. Di seguito i nostri consigli per la coltivazione. Scegli un luogo luminoso, direttamente esposto alla luce solare, evitando tuttavia i raggi diretti nelle ore più calde della giornata. Se il substrato viene mantenuto asciutto, può resistere fino a -7ºC. Tuttavia, durante la stagione più fredda, consigliamo di tenerlo al riparo. Annaffiare regolarmente in primavera ed estate, ogni 15 giorni circa. Durante l’autunno, ridurre gradualmente la frequenza delle innaffiature fino a cessare completamente l’apporto idrico in inverno. Fare attenzione: le foglie devono rimanere asciutte. Si consiglia pertanto di annaffiare esclusivamente il substrato. Inoltre, è importante ricordare di attendere sempre che il terreno sia completamente asciutto prima di ogni annaffiatura. Fare attenzione anche a preservare la pruina bianca che ricopre le foglie, essenziale per proteggere la pianta dai raggi solari. Si consiglia di usare un terreno ben drenante e poroso, meglio ancora se arricchito con materiali inerti come pomice e lapilli. P. oviferum non necessita di frequenti concimazioni: basta diluire il concime con le annaffiature una volta all’anno. Il rinvaso è raramente necessario, poiché P. oviferum cresce molto lentamente. Rinvasare esclusivamente quando il cespo di steli diventa molto più largo del vaso.

Propagazione:

La propagazione di P. oviferum può essere effettuata per seme o per talea. Il metodo più utilizzato è senza dubbio il taglio, in quanto più semplice e solitamente più efficace. Dalle foglie più vecchie si possono ottenere delle talee semplicemente staccandole dai fusti e poggiandole sul terreno, senza piantarle. Così facendo, in breve tempo metteranno le radici. Si consiglia un substrato piuttosto sabbioso e umido. Il periodo ideale per procedere con la propagazione per talea è la primavera.

Curiosità:

Il nome “Pachyphytum” deriva dalle parole latine “Pachy”, che significa “grande” e “Phytum”, che significa “pianta”. L’attributo specifico “Oviferum”, invece, significa “simile alle uova” e fa probabilmente riferimento alla forma delle sue foglie che sembrano uova. Sempre per la sua forma e per la pruina biancastra che ricopre le foglie, viene chiamata anche “pietra di luna”.

Inizia a digitare e premi Enter per effettuare una ricerca