Pachypodium eburneum

Genere:

Pachypodium

Famiglia:

Apocynaceae

Habitat:

Pachypodium eburneum è originario del Madagascar dove la pianta cresce in boschi subumidi fino a 2000 m di altitudine.

Sinonimi:

Non ci sono sinonimi.

Descrizione:

Il Pachypodium eburneum è una succulenta arbustiva caudiciforme appartenente alla famiglia delle Apocynaceae. La pianta ha un fusto legnoso, spesso e di colore verde-argentato. Ha una conformazione a botte con fusto liscio ma spinoso che può raggiungere fino ai 15 cm di spessore e agli 8 cm di diametro. L’apice del caudex è ricoperto da grandi spine accoppiate di forma conica, carnose e di colore verde-grigio con punte brune. La succulenta di solito si ramifica dal caudex e porta le foglie nella parte superiore di questo. Le foglie sono obovate e di colore verde scuro con una nervatura centrale bianca. Si tratta di foglie pubescenti e decidue che formano una rosetta all’apice del fusto. Anche nelle giovani piante , la fioritura avviene da febbraio (a inizio primavera) a maggio (a inizio estate). I grandi fiori di colore avorio e giallo sono portati su lunghi peduncoli e hanno una forma stellata.

Coltivazione:

Pachypodium eburneum è una pianta a crescita lenta ma di facile coltivazione. Si consiglia un’esposizione a pieno sole. È possibile posizionarla anche all’aperto, ma fate attenzione alle giornate particolarmente calde poiché l’esposizione prolungata alla luce solare diretta può causare scottature e bruciature. La pianta non ama temperature inferiori ai 12°C, pertanto è essenziale metterla al riparo nei periodi più freddi. Temperature troppo basse possono causare la rottura dello stelo o delle foglie a causa del congelamento dell’acqua all’interno dei tessuti. Temperature comprese tra i 12°C e i 15°C permettono alle piante di entrare nella fase di riposo vegetativo, indispensabile per la fioritura dell’anno successivo. Le piante non vanno poste all’interno della casa dove temperature medie di 20 gradi impediscono il riposo vegetativo. Si consiglia di usare vasi forati e di arricchire il terriccio con pomice e argilla per evitare ristagni idrici e prevenire il marciume radicale a cui la pianta è spesso soggetta. Ricordarsi di porre la pomice sul fondo del vaso. Annaffiare regolarmente durante il periodo vegetativo e in modo proporzionale rispetto alla dimensione del vaso, alla posizione e alla stagione. In primavera e autunno la pianta può essere annaffiata con un bicchiere d’acqua ogni 7-10 giorni; in estate si può annaffiare ogni 3-5 giorni. Diminuire la quantità di acqua se la pianta è tenuta in casa o se il vaso è più piccolo di 12 cm. La pianta è abituata a crescere in terreni poveri, pertanto non necessita di abbondanti concimazioni: è sufficiente concimare una volta in primavera e una volta in estate. Se il vaso inizia a essere troppo piccolo per la pianta, si consiglia di rinvasare la pianta in un vaso più largo di 2 cm. Il rinvaso dovrebbe essere fatto all’inizio del periodo vegetativo usando terriccio fresco; di solito viene eseguito ogni 3-4 anni. Al momento del rinvaso fate attenzione alle spine e al lattice che potrebbe fuoriuscire dal fusto: ha un effetto urticante!

Propagazione:

La propagazione avviene solitamente per seme o per innesto. La propagazione tramite seme è molto semplice: basta porre il seme in un terriccio sabbioso con un alto tasso di umidità e mantenerlo a temperature intorno ai 14 C°. Per la propagazione tramite innesto si possono utilizzare Pachypodium gaeyi o Pachypodium lamerei. Tagliare il più vicino possibile alla punta in crescita, quindi scegliere un ceppo con un diametro simile a quello della marza. Dopo il taglio, lavare via il lattice, avvicinare la marza al ceppo e tenerla unita con degli elastici. Le piante vanno lasciate in luogo arieggiato e ombreggiato per 7-10 giorni prima di togliere gli elastici.

Curiosità:

I Pachypodium sono chiamati anche “palme di Madagascar” a causa della conformazione del fusto che si restringe gradualmente man mano che la pianta cresce in altezza. Pachypodium significa letteralmente “grande piede” (dal greco “pachys”, grande, e “podos”, piede). L’epiteto specifico “eburneum” si riferisce invece al colore dei fiori: bianchi come l’avorio.

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